Azienda Agricola Inama
Uomo in anticipo sui tempi e dalle grandi intuizioni, Giuseppe Inama iniziò fin dagli anni Cinquanta a investire in vigneti sul monte Foscarino, da lui considerato la collina più prestigiosa del territorio di Soave. Le prime bottiglie vennero prodotte nel 1991: si trattava di Sauvignon, una varietà nuova per l’area.
Nacque così il Vulcaia Sauvignon, un vino che ben rispecchiava la volontà di Giuseppe: far conoscere il territorio del Soave, non attraverso il suo vino Classico, bensì grazie ad una interpretazione del Sauvignon che, prendendo forma per la prima volta su un terreno vulcanico, potesse dare origine ad una versione del tutto nuova della varietà francese.
E così fu, infatti, perché il Sauvignon si dimostrò fin da subito “addomesticato” dal territorio di nascita, addirittura in modo inaspettato con aromi e fragranze di frutta matura. Giuseppe, scomparso pochi anni fa, è stato il vero artefice della riuscita di questo progetto: un uomo molto determinato, che ha dedicato l’intera vita all’azienda, spinto dall’immenso amore per il vigneto, la sua “seconda famiglia”, come amava definirlo.
Ora le redini sono passate al figlio Stefano, che già lo affiancava dal 1990. Anche con Stefano l’azienda si sta confermando come uno dei produttori più validi nel panorama vitivinicolo italiano. Le sue scelte hanno molto spesso rappresentato una rottura di schemi rispetto al passato, ma hanno contribuito notevolmente al progresso della enologia nazionale.
Recentemente l’azienda ha incrementato anche la superficie vitata, acquistando dei terreni nei Colli Berici: in questo territorio, sconosciuto ai più sia da un punto di vista geografico che viticolo, la cantina ha deciso di sviluppare la produzione di vini rossi di alto lignaggio attraverso un'agricoltura completamente biologica. I riconoscimenti ottenuti sia per i suoi vini bianchi che per quelli rossi, non fanno che confermare l'ottimo lavoro svolto in vigna e in cantina da Stefano.